“La storia locale va riscritta e non smetterò mai di ripeterlo”. Così l’editore e studioso Arturo Bascetta, dopo aver analizzato per anni i toponimi del Nocerino Sarnese mettendoli in relazione con quelli di Lucera e Troia, trae le prime conclusioni dopo aver scientificamente provato, nel suo prossimo libro sull?Alto Medioevo e i Teplari, che ci sia relazione immediata, successiva e conseguente fra le popolazioni della Capitanata e quelle del Nocerino Sarnese. Bascetta, in particolare, si è soffermato su un particolar da cui parte: il toponimo di S.Egidio del Monte Albino, identico a quello di S.Egidio al Monte Albino. “Ciò significa, ha detto Bascetta, che se il mio teorema troverà conferma, fu una colonia di S.Egidio al M.Albino di Troia a fondare S.Egidio del Monte Albino presso Nocera. In sintesi i toponomi altomedievali della Capitanata sarebbero precedenti, anche se di pochi anni, a quelli del Nocerino Sarnese. Tutto sarebbe da ricondurre allo spostamento di una frangia di Salernitani, guidati da Sichelgaita e dal figlio Ruggero Borsa, costretti a lasciare la Puglia dopo che il terremoto del 1088 distrusse il trono di Puglia della capitale del Principato, Baruletta, che stavano costruendo e quindi, dice Bascetta, Sichelgaita lasciò al suo destino l’altro figlio, Boemondo, fratellastro del Borsello e appartenente alla stirpe dei Magni e non dei Altavilla, separando di fatto i due Principati e facendo nascere il Giustizierato di Puglia nella successiva e infinita guerra di successione. Questo significa che i luoghi di Vena, e altri palazzi e chiese antiche riportati nelle pergamene di Monte Vergine, per esempio, e assegnati al territorio di S.Egidio nocerino, in realtà potrebbero essere esistiti solo presso Troia di Foggia, dove, in quell’infinito Fossatum Troie, dopo il terribile sisma, era nata la parrochia Sancti Eugidii, non lonatana dal Mons Albino, con la sua chiesa del Santo Salvatore. Non resta che attendere i nuovi volumi della ABE, in cui vengono analizzati soprattutto i beni dei Templari, prima del disfacimento, quando il Principato di ALtiochia del Regno di Gerusalemme, fu assegnato all’arcivescovo dominio di Nazareth, a sua volta trasferito nel priorato di Barletta, quando il trono gerosolomitano fu unito a Neapolis. Ecco perché Bascetta ha analizzato tutti i beni del principato teutonico, che partiva da paesi antichi della Lucania, come il feudo di S.Martino sul muro di Forenza (Pz), passando per Monteverde, Cerignola, Troia etc e raggiungere Barletta, nuova sede politica del S.Sepolcro. “Ringrazio il sindaco di Forenza in Basilicata dott. Francesco Mastrandrea”, ha detto Bascetta, “per la sensibilità dimostrata verso i nostri studi”.
Ma le scoperte non finiscono qui perché a Serra Capriola, sempre in provincia di Foggia, nel 1200, ai tempi di Federico II, c’era una piccola Benevento sul fiume Bivento e viceversa. “I toponimi parlano chiaro – continua Bascetta – con i luoghi antichi di Serracapriola: Paterno, Valli Bona e Golnani, Rivo Beneventi a Bibentis, Uomomorto, Saccione, Giffi. Si parla infatti di in Paterno, Plano Avellane, di valle Bona e valle Golnani, de Yscla Maior iuxta Rivo Bibentis, in loco qui dicitur Lavandaria, loco terra Boneinsignie, in loco Saccione, in Colle Giffi a terra Roboani, loco qui dicitur Biventu iuxta rivo Beneventi, fontana Terciari, fonte Fici, loco qui dicitur Omo Morto”. Se analizziamo meglio i toponimi in direzione di Termoli, scopriamo che c’è anche Vena Causa divenuto Venacquosa che era un luogo di Vena Ventara, cioè Benaventara. Quindi la Civitate Beneventana (oggi Benevento) ha un legame forte con le sue ex Terre di Beneventara e Benivento sul fiume Bivento che stiamo rispolverando nella nuova collana delle Terre Beneventane. Credo che abbia a che fare con l’antico feudo chiamato Beneventulo di Ravenna, ma c’è tutto ancora da scoprire”. La storia è bella per questo.

BASCETTA: C’ERA UNA PICCOLA BENEVENTO A SERRACAPRIOLA E UNA S.EGIDIO DEL MONTE ALBINO A TROIA NEL 1200
Scritto da Sabato Cuttrera
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