IL LIBRO DI LUIGI MAINOLFI SUL MERIDIONALISMO

IL LIBRO DI LUIGI MAINOLFI SUL MERIDIONALISMO

E’ stato pubblicato da ABE il volume di Luigi Mainolfi, Meridione e Meridionali

Il singolare, Meridione, e il plurale, Meridionali, che compaiono nel titolo la dice lunga sulle intenzioni dell’Autore, sulla sua pluralità di vedute e sulla sua interpretazione unitaria di una condizione che trascende i limiti geografici.

Il libro raccoglie gli articoli, apparsi su diverse testate (Il Quotidiano del Sud, Nuovo Meridionalismo, Avanti online, etc.) dal 2016 al 2020. Un lustro di storia “patria”, che Luigi Mainolfi racconta, esamina, commenta. In tutti i suoi quaranta articoli, tanti sono quelli riportati nel volume, l’autore racconta la sua esperienza di uomo politico, che non ha fatto e non fa mistero di essere di fede socialista; tale rimanendo  anche quando il vento non spirò più favorevole al suo partito

Il pensiero fisso di Mainolfi è stato e rimane quello di lavorare per lo sviluppo della nostra provincia e delle regioni meridionali. Egli, però, riconosce con la franchezza caudina che lo distingue, che gli ostacoli non vengono solo dai partiti di opposizione, ma anche dall’interno dello stesso partito di appartenenza.

“Nelle elezioni del 1980, da pochi mesi ero stato eletto Segretario Provinciale del PSI, un compagno, seguace di Carmelo Conte, cercò di non far votare per il PSI, pensando che l’insuccesso del partito mi avrebbe indebolito e, così, in prospettiva, avrebbe trovato più facile eliminare un concorrente. Il fatto mi fece capire, che, nella lotta politica, tutto è possibile, anche quello che sembra innaturale”.

Fare politica non significa essere seguace di questo o di quel leader di partito; ma, fare politica, per Mainolfi significa avere un credo, vale a dire avere un principio valido a cui ancorare scelte, programmi e schieramenti.

Venendo alle cose a noi più vicine, cioè della nostra provincia, Mainolfi lo dice a chiare lettere quello che bisogna evitare, e quello che bisogna fare.

“Ho sempre pensato che per governare un territorio provinciale, ci volesse un solo Ente. Ogni presuntuosa e improvvisata riforma ha apportato solo peggioramenti. Le situazioni attuali dei territori che conosco, tranne alcune lodevoli eccezioni, sono scoraggianti e, a volte, anche ridicole. Prendiamo, come esempio, la Provincia di Avellino. Ci sono 5 Comunità Montane (fino a pochi anni fa erano 6); 6 GAL (Gruppi di azione locale) ; 7 Piani di zona sociale; 2 Parchi Naturali (Del Partenio e dei Picentini ); 2 Parchi Letterari (De Sanctis e Mancini); l’ASI, con sottozone e con una Società per servizi alle Industrie; 2 Distretti industriali; 3 Distretti Turistici; Irpiniambiente, che sta creando solo problemi ai cittadini; l’Alto Calore, che si trova in una condizione disastrosa; l’ ATO ( chi sa cosa fa?); 7 Unioni di Comuni. Sicuramente, c’è qualcos’altro, che mi sfugge. Inoltre, ci sono 123 Pro Loco, ognuna delle quali pretende di svolgere anche una funzione a favore del turismo, con le Sagre paesane. Non sono riuscito a capire, come mai, le Pro Loco sono 123, mentre i Comuni irpini sono 118… Mi sono reso conto che più si abbassa il livello politico e più aumenta l’improvvisazione e l’opportunismo”.

“Durante la mia lunga milizia politico-amministrativa, ne ho viste di cotte e di crude. .. Nel mio Comune (Rotondi), c’era un Vallone, che era uno sfogo per le acque montane, ma non aveva mai provocato danni, a valle. Negli anni ’80, si decise di trasformarlo in Canale. Si insinuò, che, la scelta era stata concordata con un’impresa. Mi opposi, sostenendo, che la trasformazione del Vallone in Canale, avrebbe fatto aumentare la furia dell’acqua, diventando un pericolo per il Rione Perroni. Restai in minoranza. Dopo non molti mesi, diluviò. La massa d’acqua, a forte velocità, investì tutto il Rione. Acqua e fango entrarono in tutte le case, rovinandole. I danni furono immensi”.

Mainolfi rimprovera agli amministratori di aver dimenticato la Valle Caudina. A lui non rimane che contare le curve sulla strada  da Rotondi ad Avellino, che “sono sempre 186”.

Il nostro autore mette in guardia i cittadini dagli analfabeti strumentali. “Gli analfabeti obbligatori sono quelli che non hanno avuto la possibilità di andare a scuola, quelli facoltativi sono quelli, che sanno leggere e scrivere, ma quando leggono non capiscono ciò che leggono e quando scrivono non sanno cosa hanno scritto”.

In genere si ha paura della vecchiaia perché  può crea nella mente i “vuoti di memoria”. Luigi Mainolfi , invece,  è la riprova che la longevità  può diventare lo scrigno della memoria  delle cose vissute in prima persona, un patrimonio prezioso. Oggi, nella vita politica, per una sorta di “ringiovanimento” a tutti i costi si conseguono risultati a dir poco da commedia, ma tragici per noi poveri cittadini che dobbiamo anche pagare il biglietto per assistervi.

Mainolfi indica una sua prospettiva di rinascita politica: affidare  la competizione  a partiti che sappiano coniugare i valori del socialismo riformista e quelli  dei  cristiano-sociali.

Virgilio Iandiorio

 

 

 

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