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LA DIFFICILE INTEGRAZIONE
Gli italiani rientravano nei rispettivi paesi quasi settimanalmente mentre per i ragazzi greci questo era precluso. Mi chiedevo il perché e dopo le spiegazioni, più o meno plausibili, emergeva sempre la mezza verità che aleggiava attorno a questo fenomeno.
Erano rifugiati politici? Erano migranti economici? Erano figli della buona borghesia greca, che non potendo iscriversi alle Università elleniche, preferivano fare ricorso alle nostre?
Di spiegazioni se ne dicevano a iosa. Sta di fatto che il Regime di Papadopoulos imponeva regole ferree, l’autarchia imperava ma le risorse economiche per i propri figli all’estero arrivavano puntuali. Come si conciliavano le cose? Intellettuali, poeti e cittadini inermi avevano sopportato sofferenze indicibili. Intere classi dirigenti vennero messe alla gogna e rinchiuse nelle carceri più dure. Anche la morte, estremo sacrificio, veniva contemperata e stoicamente subita.
Un unico dubbio mi arrovellava il cervello: perché il Regime consentiva questo e perché non mi era mai capitato che qualche studente si trovasse in condizioni di difficoltà?
Gli iscritti ai primi anni avevano la necessità di imparare l’Italiano e quindi tanti soldi spesi senza che l’iter universitario fosse ancora iniziato.
Venivano incentivati gli studenti a frequentare all’estero, per mere difficoltà organizzative, o per calcolo politico? Certamente non ho mai sentito esternazioni contro il regime.
Si giustificavano dicendo che la polizia segreta era presente in massa a Napoli e non potevano rischiare di essere rimpatriati….
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